Quest'aneddoto è mediocremente interessante, ma assai più curioso è quello dell'Arcicancelliere Cambacérès, che disputava ai suoi tempi il principato della tavola con Murat, Junot, M. De Cussy e Talleyrand. Nello stesso giorno ricevette una volta due sturioni mostruosi, uno di 162 e l'altro di 187 libbre. Servirne uno solo, era perder l'altro; servirli entrambi era far sfigurare il minore di faccia al maggiore. Il problema del fasto e della vanità fu sciolto in questo modo. Si fece comparire lo sturione più piccolo, adagiato sopra una piccola scala in un letto di fronde e di fiori. Il capo e la coda riposavano sulle spalle di due sottocuochi, e il pesce fece il giro della tavola, preceduto da flauti e da violini, raccogliendo l'ammirazione di tutti i convitati. Al momento di escire dalla sala da pranzo per essere trinciato, il grosso pesce scivolò dalla scala e cadde per terra, grazie a un falso passo di un sottocuoco. Un lungo grido di disperazione escì dalle labbra dei convitati, ma la voce di Cambacérès dominò il tumulto e con una semplicità degna d'un vecchio romano, gridò: Servite l'altro!
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vanità fu sciolto in questo modo. Si fece comparire lo sturione più piccolo, adagiato sopra una piccola scala in un letto di fronde e di fiori. Il capo e
«Non abbiamo bisogno di avvertire che non si deve dare questo piatto che nel primo servizio. Nulla è così grossamente borghese e così Chaussée d'Autin quanto di dare od anche soltanto di far vedere un dindio ai tartufi come piatto di arrosto! Non si capisce come l'autore della Physiologie du goût abbia potuto ingannarsi sopra un simile argomento. Per parte di Brillat-Savarin è l'effetto d'una singolare leggerezza o d'una prodigiosa illusione. La stima che egli si era meritato per altri rapporti e il pregio delle sue opere ne hanno molto sofferto.»
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abbia potuto ingannarsi sopra un simile argomento. Per parte di Brillat-Savarin è l'effetto d'una singolare leggerezza o d'una prodigiosa illusione. La
Il secondo veicolo è una carrozza di terza classe, destinata in tempo di pace pel servizio sulle linee di breve percorso. In essa possono trovar posto 88 viaggiatori. Presentemente è trasformata in una sala per 18 feriti, o ammalati gravi, i quali collocati sopra barelle (piccoli letti), vengono disposti in doppio ordine, l'uno sovrapposto all'altro, contro le pareti di fianco.
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posto 88 viaggiatori. Presentemente è trasformata in una sala per 18 feriti, o ammalati gravi, i quali collocati sopra barelle (piccoli letti), vengono
Queste vetture hanno una lunghezza di 15 metri, da repulsore a repulsore, ad una distanza fra gli assi di 9 metri. Mediante un sistema speciale di sterzamento, che obbliga gli assi a mantenersi normali alla direzione della via, esse possono transitare sopra curve di 200 metri di raggio senza che i bordi dei cerchioni sfreghino contro le rotaie. I calcoli fatti ottennero una piena conferma nelle esperienze eseguite, in concorso colle Autorità competenti.
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sterzamento, che obbliga gli assi a mantenersi normali alla direzione della via, esse possono transitare sopra curve di 200 metri di raggio senza che i
Barbabietola. — Radice zuccherina, che fra noi si mangia per lo più cotta e in insalata. Non piace a tutti ed è alquanto indigesta. Dumas raccomanda un'insalata composta, fatta con cipolline, patate violette, barbabietole, fondi di carciofo, fagiuoli cotti al forno, fiori di borragine e crescione. La barbabietola deve sempre essere cotta al forno e per due giorni di seguito, finchè la buccia sia quasi carbonizzata. Convien prima lavarle con acquavite e appoggiarle sopra una gratella, onde non tocchino in alcun punto il suolo del forno.
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acquavite e appoggiarle sopra una gratella, onde non tocchino in alcun punto il suolo del forno.
Beccaccia. — Regina assoluta e senza rivali di tutto il selvaggiume europeo. Quando è grassa e ben cotta allo spiedo merita tutti gli elogi e anche le adulazioni dei suoi ferventi adoratori. Éléazar Blaze, grande cacciatore e grandissimo cuoco c'insegna a pestare le beccaccie in un mortaio per farne una deliziosa purrée e aggiunge che se sopra questa si mettono ali di pernice, si ottiene il più alto risultato della scienza culinaria. Gli Dei, quando scendevano in terra, non mangiavano altro. La beccaccia deve essere frolla, ma non marcia. Non profanatene la divinità, mangiandola in altro modo che allo spiedo.
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farne una deliziosa purrée e aggiunge che se sopra questa si mettono ali di pernice, si ottiene il più alto risultato della scienza culinaria. Gli Dei
Bistecca. — Questo piatto nazionale degli Inglesi si è introdotto a Parigi colle armate straniere nel 1815 e divenne poi cibo mondiale. Per essere eccellente deve essere presa la carne del filetto, deve esser messa sopra una gratella ben calda sopra bragie ardente, e non deve esser rivoltata che una volta sola. Ogni donna, a qualunque condizione appartenga, dovrebbe sapere ben cuocere una bistecca, perchè in molti casi di malattia o di convalescenza, una buona bistecca può essere il primo rimedio per guarire.
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eccellente deve essere presa la carne del filetto, deve esser messa sopra una gratella ben calda sopra bragie ardente, e non deve esser rivoltata che
Io però nei miei viaggi nell'interno d'America ho preparato dell'ottimo caffè in un modo ancor più semplice che il veneziano. Mettendo in un cencio di tela nuova la polvere di caffè e nella mia barchetta di cuoio dello zucchero. Nelle case di posta trovava sempre dell'acqua bollente pronta per preparare il mate: versava l'acqua attraverso la tela e la raccoglieva nella barchetta. È vero però che il caffè era di Yungas e lo zucchero era dell'Avana! Per preparare un buon caffè dovete avere un tostino perfettamente rotondo, riscaldarlo prima lentamente e impiegare nella torrefazione non meno di tre quarti d'ora; versarlo poi rapidissimamente sopra una lastra di metallo o di pietra e poi rinchiuderlo gelosamente in cristallo. Non macinatelo che volta per volta quando volete prenderlo. Il mio illustre amico Govi lo macina da sè in un mortaio di agata; ma l'illustre fisico e storico della scienza Prof. Govi è il primo buongustaio e preparatore di caffè che abbiano l'Oriente e l'Occidente. Prima di morire non lasci di scrivere un libro sul modo migliore di fare il caffè.
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tre quarti d'ora; versarlo poi rapidissimamente sopra una lastra di metallo o di pietra e poi rinchiuderlo gelosamente in cristallo. Non macinatelo
Carciofo. — È una verdura molto saporosa e sana. Crudo meno digeribile che cotto. Fra noi i carciofi di Sardegna più che squisiti sono divini e non dispiaccia l'aggettivo sacrilego, ricordando che le cipolle molto inferiori ai carciofi ebbero già in Egitto onori divini. Si possono conservare i carciofi per l'inverno, facendoli cuocere a mezza cottura, separandone le foglie più rustiche e il pelo interiore e gettandoli poi nell'acqua fredda, mentre sono ancora caldi. Si fanno asciugare sopra graticci, poi si seccano nel forno per quattro giorni di seguito, dopochè se ne è cavato il pane. I carciofi così mummificati riprendono la loro forma e la loro morbidezza appena si mettono in molle nell'acqua calda. Dumas nel suo gran Dizionario della cucina insegna sedici maniere per cucinare i carciofi.
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, mentre sono ancora caldi. Si fanno asciugare sopra graticci, poi si seccano nel forno per quattro giorni di seguito, dopochè se ne è cavato il pane. I
Castagna. — Frutto simpatico come l'autunno e come la virilità onesta e robusta e che colla sua comparsa sembra dare un melanconico addio alla giovinezza dell'anno, aprendo le porte alle dolci chiacchiere del focolare e alle lunghe serate affettuose della famiglia. Se le castagne vi danno flatulenza, fatele bollire con semi di anice o di finocchio o con una pianta di sedano. Se vi danno bruciore di stomaco (più facilmente se arrostite) bevetici sopra un sorso di curaçao, di chartrêuse, di benedectine, o di elisir di coca. Se il bruciore continua, lasciate le castagne, che non per questo morirete di fame.
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sopra un sorso di curaçao, di chartrêuse, di benedectine, o di elisir di coca. Se il bruciore continua, lasciate le castagne, che non per questo
Cicoria. — Il genere cichorium dei botanici ci dà la cicoria selvatica e la domestica non che l'indivia, che si mangiano da noi quasi unicamente crude e in insalata; mentre in Francia si fanno colla cicoria cotta buoni piatti caldi. La cicoria è tanto più digeribile quanto più è tenera e non ( come volgarmente si crede ) quanto più è amara. Si può conservar la cicoria, scottandola nell'acqua bollente e mettendola poi nell'acqua fredda. Ben scolata si mette in un vaso di terra, comprimendola fortemente in modo che dopo 24 ore lasci escire dell'acqua immonda che si getta via. Vi si versa sopra salamoia ben chiara e si ricopre il tutto di olio o di burro fresco.
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scolata si mette in un vaso di terra, comprimendola fortemente in modo che dopo 24 ore lasci escire dell'acqua immonda che si getta via. Vi si versa sopra
Meglio che mangiar fagiani è rammentare l'aneddoto di Creso e di Solone. Il Re Creso, assiso sopra un trono tutto incastonato di diamanti e di pietre preziose, ornato del suo diadema e coperto d'oro e di porpora, domandava a Solone, se mai avesse veduto qualcosa di più bello. Sì, gli rispose il filosofo, ho veduto i fagiani e i pavoni.»
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Meglio che mangiar fagiani è rammentare l'aneddoto di Creso e di Solone. Il Re Creso, assiso sopra un trono tutto incastonato di diamanti e di pietre
Insalata. — Se volete fare una buona insalata, abbiate soprattutto una tenera lattuga, dei fagiuolini ben cotti od altro e versatevi sopra olio d'oliva (non di cotone o di sesamo) ben battuto con sale, e non mettete l'aceto che dopo aver ben oleato e salato il tutto. In questo modo, se v'ha un eccesso di aceto, scivola sulle foglie ben unte e si raccoglie nel fondo dell'insalatiera.
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Insalata. — Se volete fare una buona insalata, abbiate soprattutto una tenera lattuga, dei fagiuolini ben cotti od altro e versatevi sopra olio d
Mais o granturco. — Questo cereale, per quanto ci sorrida dalle sue pannocchie d'oro, chiude nel suo battesimo europeo una bugia e nelle sue viscere il peccato originale di dar la pellagra a tanti poveri contadini, che lo mangiano mal maturo e ammuffito. Il mais non è punto turco, ma americano e dall'America ce l'ha proprio portato lo stesso Colombo nel 1493. Pare che mais derivi dalla parola haitiana mahiz. Gli Indiani Susquehama hanno sul mais una tradizione poetica e mitologica. «Una volta i nostri padri non avevano per cibarsi che la carne degli animali e quando la caccia non era fortunata, erano in pericolo di morir di fame. Ora avvenne un giorno che due giovani cacciatori, avendo ucciso un cervo, accendessero un fuoco per farlo arrostire. Mentre essi erano intenti a saziare la loro fame, videro scendere dalle nubi una donna bella e giovane e posarsi sopra un colle. Quei giovani dissero: Ecco uno spirito, che fu invitato dal buon odore del nostro arrosto, offriamone ad esso un pochino. E apprestarono alla bella fanciulla la lingua, che è nel cervo la parte migliore di tutto il corpo. La donna ne mangiò, e trovatala di suo gusto, disse: La vostra bontà sarà premiata; ritornate in questo luogo fra 13 mesi e vi troverete cosa che darà nutrimento a voi e ai vostri figli per tutte le future generazioni. Così fecero, e ritornati trovarono piante, che prima d'allora non avevano mai avute nel loro paese. Dove la divina fanciulla aveva toccato la terra colla mano destra erano cresciute piante di mais; dove essa aveva toccato il suolo colla mano sinistra, trovarono fagiuoli bianchi, e dove essa si era seduta, era cresciuta la pianta del tabacco.»
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arrostire. Mentre essi erano intenti a saziare la loro fame, videro scendere dalle nubi una donna bella e giovane e posarsi sopra un colle. Quei giovani
Fra i molti metodi consigliati per serbar le mele è ottimo quello di metterle in una anfora sopra uno strato di calce spento o di carbone in polvere, riempiendo poi il vaso di frutti e gli interstizii lasciati da essi della stessa sostanza sulla quale si adagiano. Si chiude poi il recipiente e si conserva in luogo asciutto.
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Fra i molti metodi consigliati per serbar le mele è ottimo quello di metterle in una anfora sopra uno strato di calce spento o di carbone in polvere
Tetis, adirata perchè Venere avesse guadagnato la mela di Paride, premio alla maggior bellezza e senza ch' essa avesse potuto prender parte al concorso, risolvette di vendicarsi di quell'affronto. Un giorno, in cui Venere era discesa sulle rive delle Gallie, per cercar perle per il di lei ornamento e conchiglie a trastullo del figliuolo, un tritone le rubò la mela, che aveva deposto sopra uno scoglio e la portò alla Dea dei mari, Tetis la prese e cavatine i semi, li piantò nelle campagne vicine per perpetuare il ricordo della propria vendetta e del proprio trionfo. Ecco perchè, dicono i Galli Celti, vi sono tanti meli nel nostro paese e perchè le nostre fanciulle son tanto belle.
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e conchiglie a trastullo del figliuolo, un tritone le rubò la mela, che aveva deposto sopra uno scoglio e la portò alla Dea dei mari, Tetis la prese
Popone. — Frutto che non è digeribile egualmente per tutti e che deve esser sempre tenero e maturo per non riuscir pesante al ventricolo. I ghiottoni mangiano spesso il popone con zucchero e pepe, e quando non vi sia una speciale intolleranza per questo aroma l'igiene v'ha d'accordo colla gola, perchè in questo modo il popone si digerisce meglio e pare che lo zucchero neutralizzi l'acredine del pepe e questo rialzi l'aroma del frutto. È pure utile costume bevere sopra il popone qualche sorso di vino spiritoso o di cognac. Non è provato che il popone disponga alle febbri nei paesi miasmatici, ma può darsi, che riescendo spesso indigesto, l'indigestione apra per conto proprio la porta alle terzane.
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utile costume bevere sopra il popone qualche sorso di vino spiritoso o di cognac. Non è provato che il popone disponga alle febbri nei paesi miasmatici